In un articolo del 16 dicembre scorso, il British Medical Jornal ha reso pubblici dati provenienti dal Sud Africa che dimostrerebbero come la variante Omicron sia molto più contagiosa ma meno pericolosa.
Ad avanzare questa ipotesi, i ricercatori dell’Università di Hong Kong che hanno studiato l’omicron in colture ex vivo del tratto respiratorio ed hanno scoperto che si replica 70 volte più velocemente del delta nei bronchi umani, ma 10 volte più lentamente del delta nel tessuto polmonare umano. La prima scoperta potrebbe spiegare la rapida diffusione dell’omicron, hanno scritto gli autori, mentre la seconda scoperta “potrebbe essere un indicatore di una minore gravità della malattia“.
La maggiore capacità di diffusione della omicron rispetto alle precedenti varianti è confermata anche dal fatto che oggi, in Sud Africa, il 90% delle nuove infezioni sono all’insegna questa nuova variante.
Questo dato è stato fornito da uno studio, in collaborazione tra una delle principali assicurazioni del paese sudafricano (Discovery Health) ed il South African Medical Research Council , che copre il periodo tra il 15 novembre ed il 7 dicembre 2021 e che ha incluso 211.000 risultati dei test covid con il loro successivo decorso clinico. Di questi, circa 78 000 sono stati considerati infezioni da omicron. Circa il 41% di quelli testati aveva ricevuto due dosi di vaccino Pfizer.
Un elemento che sembra accomunare sia vaccinati che non vaccinati è la dimostrata capacità di omicron di bucare tanto le difese dei vaccini (la cui efficacia è drasticamente crollata di fronte a questa ultima variante) quanto quelle naturali di chi è guarito in precedenza dalla variante Delta.
Presentando i dati, la responsabile statistica di Discovery Health, Shirley Collie, ha affermato che non solo i dati suggeriscono che le infezioni nell’attuale ondata hanno meno probabilità di portare al ricovero ospedaliero rispetto alle precedenti ondate di Sud Africa, ma anche che “gli adulti ricoverati in ospedale attualmente hanno una minore propensione a essere ricoverati in unità di terapia intensiva e terapia intensiva, rispetto alle ondate precedenti“.
Per i bambini il discorso sembra leggermente diverso: i casi di loro ricovero ospedaliero è aumentato del 20% con la Omicron ma si tratta comunque di “casi che sono per lo più lievi e il rischio assoluto nei bambini rimane basso”, ha affermato la Collie.
Anche il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Africa, Matshidiso Moeti, ha descritto un’ondata caratterizzata da una diffusione più rapida e da malattie meno gravi. “Siamo cautamente ottimisti“, ha detto in un briefing del 14 dicembre, “poiché stiamo assistendo a un minor numero di morti durante le prime settimane di questa ondata attuale rispetto alle precedenti ondate“.
Il Covid sembra quindi comportarsi come i normali virus che evolvono in varianti sempre più contagiose (ricordiamo che ogni anno dalle influenze stagionali erano contagiati almeno 10 milioni di italiani) ma molto meno pericolose. Non va dimenticato, infatti, che lo scopo di un virus non è quello di uccidere l’ospite ma di replicarsi il più possibile; e per ottenere questo risultato deve necessariamente diventare più contagioso e meno letale.
In una recente conferenza stampa, sulla base dei dati forniti dai centri di ricerca russi, Vladimir Putin, pur invitando alla prudenza, ha affermato che la variante omicron possa addirittura svolgere quasi la funzione di vaccino naturale, contribuendo in maniera significativa al raggiungimento dell’immunità di gregge.
Non si spiega, pertanto la volontà del Governo Italiano di continuare ad usare norme e leggi sempre più liberticide e discriminatorie a fronte di un rischio che sembra ridursi nel tempo.
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