Continuano le sospensioni da parte delle Asl. L’assessore Bezzini: assunzioni? Caso per caso
Proseguono le sospensioni dei sanitari non vaccinati — è di ieri la notizia dei primi cento allontanati dall’Asl Nord Ovest e dei primi sei dall’Asl Sud Est — e sugli ospedali toscani il cielo si fa sempre più scuro. A dirlo è chi è in prima linea. Il problema riguarderebbe in particolare gli infermieri: i medici non vaccinati sarebbero pochi, mentre gli operatori socio sanitari (oss), per quanto con un’astensione non irrilevante, sarebbero comunque reperibili sul mercato degli interinali per le sostituzioni. Per gli infermieri, invece, c’è la graduatoria Estar con migliaia di professionisti pronti ad essere ingaggiati a tempo indeterminato — molti hanno già un lavoro e non sarebbero disponibili a incarichi a tempo — ma le assunzioni sono ferme.
La Regione ha chiesto alle aziende sanitarie di tagliare le liste d’attesa, per dar seguito agli annunci, ma a queste condizioni, spiegano dagli ospedali, «sarà molto complicato». Un eufemismo. Francesca Focardi, infermiera di sala operatoria oncologica a Careggi e delegata sindacale Nursind, è netta: «Solo nel mio reparto, ci sono tre infermieri non vaccinati. Contando che in una sala operatoria ne servono due, una volta sospesi non vedo come si potrà accelerare sul recupero delle liste d’attesa, anzi, si rischia di accumulare nuovi ritardi — spiega — Noi già facciamo attività aggiuntiva (straordinari, ndr) per garantire tutti gli interventi, per cui è impossibile farne di più per coprire i turni di chi non ci sarà».
Sul fronte Asl Centro, il dottor Stefano Castagnoli, responsabile della Salute mentale adulti dell’area fiorentina Sud Est e Mugello e delegato sindacale Cgil medici, è meno pessimista ma non manca di segnalare i rischi: il settore psichiatrico, «sembra essere uno di quelli a più alta incidenza di non vaccinati, ma i servizi ospedalieri saranno comunque garantiti, se dovesse servire, spostando il personale dal territorio agli ospedali». Quindi creando altri vuoti. «Non è escluso che qualche servizio infermieristico a domicilio possa saltare» ammette. «Quanto alle liste d’attesa, in psichiatria il problema non c’è, ma più in generale temo sarà difficile riuscire ad intaccarle».
Ieri il presidente della Regione Eugenio Giani, rispondendo alle domande dei cronisti che gli chiedevano se ci saranno ripercussioni sui servizi legate alle sospensioni, ha liquidato la questione con un secco «No!». Ma il suo assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, dopo aver manifestato lo stesso ottimismo del governatore mette in luce le criticità ancora da affrontare: «Confidiamo che molti sanitari non vaccinati finiranno per cambiare idea e che quindi i numeri degli effettivi sospesi saranno piccoli. Dove ce ne sarà bisogno, le aziende ricorreranno a assunzioni a tempo determinato e alla produttività aggiuntiva (quindi agli straordinari, ndr). Troveremo le modalità organizzative: la continuità dei servizi sarà assicurata». Nei giorni scorsi, 14 infermieri dell’Asl Centro su 68 in via di sospensione hanno deciso di vaccinarsi all’ultimo minuto, al Meyer sono 3 sanitari su 10.
L’assessore aggiunge che, sul fronte degli infermieri, «eventuali assunzioni a tempo indeterminato saranno decise dalla cabina di regia regionale situazione per situazione, dove ce ne sarà bisogno». In altre parole, ci saranno soluzioni tampone per evitare di bloccare servizi essenziali, ma senza un piano generale di assunzioni. Così Bezzini è andato al cuore del problema: «Il governo non ha ancora assicurato la copertura delle spese Covid per il 2021, ma lo stesso fondo sanitario nazionale è sottofinanziato. Non c’è solo l’emergenza Covid: nei prossimi anni faremo tante case della salute che, se le assunzioni non saranno finanziate, rischiano di essere scatoloni vuoti».
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